Se per molti l’inizio dell’anno è a gennaio, per noi studenti comincia con la riapertura settembrina della scuola. Eh già, le vacanze sono finite ormai da un pezzo, eppure sembra ieri che passavamo spensierati le giornate con i nostri amici a divertirci. Ma è giunto per tutti il momento di rimettersi in pista, anche se solo il pensiero suggerisce una sensazione di leggera ansia.
Diciamolo francamente: non è facile ricominciare con una routine caratterizzata da ritmi incalzanti, dovendo stare ore e ore seduti a prendere appunti, seguire le lezioni e cercare di organizzare il tempo dello studio al meglio.
Tante sono le perplessità che frullano nelle menti di noi studenti, ma c’è anche chi prova a partire con il piede giusto, promettendosi di iniziare subito a studiare evitando di ripetere gli errori degli anni scorsi.
Poi c'è il lato positivo del rientro a scuola: ritrovare i compagni e poter condividere le avventure estive, ormai trasformatesi in ricordi che tra qualche anno riaffioreranno guardando foto e video.
Tornare ad uno stile di vita centralizzato sullo studio è pesante, ma tra una lamentela e una situazione di ilarità per alleggerire la tensione, affrontiamo lezioni, verifiche, interrogazioni e i temutissimi voti.
Ecco, i voti. Parliamone: non c’è docente che non ci ripeta in continuazione che non dovremmo dar peso ai voti, che non ci dovremmo identificare in un numero. Ma quello che ci chiediamo noi è: com’è possibile farlo quando sono proprio questi a determinare se passeremo l’estate a ripassare quella materia che proprio non riusciamo a digerire? Senza contare che, se le materie di debito sono due o più, c'è il serio rischio di ripetere l’anno, di abbandonare la classe e di doverci integrare in un nuovo gruppo di compagni. Di fatto, il voto non è sempre direttamente proporzionale all’impegno dello studente, perché oltre alla preparazione, a volte, l'emotività gioca brutti scherzi.
Se solo alcuni dei desideri degli studenti si potessero realizzare, forse l’intera comunità scolastica sarebbe più appagata. Per esempio, sarebbe bello poter intraprendere un maggior dialogo con gli insegnanti, un confronto costruttivo che possa alimentare l’autostima dello studente, a cui deve essere trasmessa la fiducia di credere nelle proprie capacità, di credere nella conquista di quel maledetto 6. Non raccontiamoci favolette, non siamo “tuttologi”: ognuno di noi ha le sue predisposizioni e passioni e non necessariamente sono inclinate verso tutte le materie.
E poi, un appello a tutti voi carissimi professori: siamo consapevoli di quanto sia impegnativo il vostro ruolo e che a volte vi esasperiamo, ma potreste evitare di mettere voti sotto il 4? Non aiutano, sono semplicemente mortificanti e impossibili da recuperare. Per non parlare del 6 accompagnato dal suo simpatico amico “meno”, che comparendo rosso sul registro non fa altro che buttarci giù. Se il vostro obiettivo è quello di spronarci a dare il massimo, sappiate che in questo modo si sfocia nell’effetto inverso.
Il modello ideale di insegnante è quello che con la propria eloquenza è in grado di coinvolgere anche i più disattenti, riesce a stemperare il torpore della classe lasciandosi sfuggire una battuta ed è in grado di riportare immediatamente l'ordine dopo una sana risata.
Insegnanti così sono ammirevoli perché, memori del loro percorso, riescono a magnetizzare gli studenti, trasmettendo la loro passione per la materia, affascinandoli tanto da essere certi di non potersi annoiare durante le loro lezioni.
Sarebbe bello poter aprire un dialogo con i professori e dir loro cosa apprezziamo e cosa meno. Sarebbe bello dedicare delle ore di dibattito per discutere di come alleggerire le lezioni. Sarebbe bello poter aprire le menti di tutti e mettersi gli uni nei panni degli altri. Sarebbe bello che noi studenti riuscissimo a disperdere meno tempo sul cellulare, coltivando meglio le relazioni umane.
La nuova scuola: studenti e professori che lavorano fianco a fianco con una nuova modalità tanto che, anche una materia indigesta, possa diventare una passione non legata al voto, ma in grado di aprire la mente verso nuovi orizzonti e interessi.
Il Tenca è un istituto per chi ha voglia di studiare, e allora valorizziamo chi ha fatto questa scelta.
Il motto per questo nuovo anno deve essere "LET'S COOPERATE!".
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