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BENTORNATI

Nicolas Merola

Rubrica: Zona critica

L'attività didattica è ripresa da più di un mese, trascinando con sé aspetti positivi e negativi, ricaduti inevitabilmente sulla vita scolastica di studenti e docenti.

Per molti riprendere il ritmo di lavoro, dopo un periodo di prolungato riposo, può avere un impatto psicologico notevole, stravolgendo certe abitudini oziose acquisite (ricordiamoci che l'ozio per gli antichi romani era una forma per esprimere l'intelletto al meglio!).

La scuola inizia inevitabilmente per tutti, e non si mette in dubbio il suo ruolo fondamentale nella formazione dei cittadini italiani. Ciononostante è doveroso sottolineare le problematiche ed i disagi riscontrati da chi vive giornalmente il contesto scolastico nel nostro imponente edificio rosa a due passi dal castello Sforzesco.

I problemi principali non riguardano l'inutile polemica del classico alunno poco motivato nello studiare e contrario a prescindere a qualsiasi proposta, bensì sono molto più ampi e profondi.

Dal 12 settembre ad oggi, sono state raccolte varie testimonianze tra studenti e professori riguardo la loro esperienza al Tenca, e ciò che è emerso offre spunti di riflessioni, e soprattutto di cambiamento, molto interessanti.

Gli studenti intervistati rappresentano un ventaglio di età molto variabile, dai 13 ai 19 anni, garantendo prospettive che spaziano tra gli occhi di chi si è appena approcciato al Tenca e di chi è in procinto di lasciarlo.

Una buona fetta di studenti ha trovato i professori parecchio assillanti sin da subito, i quali richiedevano tanto e in poco tempo, senza permettere un breve momento di assestamento e adattamento al ritorno in classe. In alcuni casi è sembrato quasi che la disperata caccia ai voti fosse già iniziata (per quella vera si aspetterà il mese infuocato di maggio), ed in particolare dal punto di vista degli studenti del terzo e quarto anno, è parso inutile valutare uno studente dopo un solo giorno di scuola o poco più.

Un'altra causa che accentua il malcontento sul fronte voti, sta nel fatto che il fenomeno delle valutazioni precoci descritto prima, non sia generalizzato ed uniforme. Difatti alcune classi sono piene zeppe di voti, prove scritte ed orali o lavori di vario genere, mentre in altre il vuoto totale.

Dunque è proprio questa mancanza di uniformità che genera le proteste silenziose degli studenti, trovando ingiusto che alcuni siano carichi di lavoro e che altri siano ancora sotto l'ombrellone.

Evidentemente non tutti gli indirizzi e i docenti hanno deciso di seguire una linea comune, valutazione che per certi aspetti è sacrosanta, data la diversità di ciascuna sezione, classe ed approccio stesso del professore, ma creare un abisso non è assolutamente funzionale. Una novità accolta con pareri contrastanti è sicuramente la stretta sui controlli riguardanti il fumo. Il divieto di fumo è presente e come tale va rispettato da chiunque, ma secondo alcuni studenti (apertamente fumatori) non è corretto esagerare con la sorveglianza. Uno studente o una studentessa colpiti in flagrante devono essere multati perché così è previsto, ma d'altro canto scene di docenti che si recano in qualsiasi pertugio pur di multare un ragazzo, non è sicuramente elegante e bello da vedere. Soprattutto quando, secondo affermazioni di vari gruppi di frequentanti del cortile , l'atto del fumare è più generalizzato di quanto pensiamo. “Il predico bene e razzolo male” aleggia tra i cortili dell'edificio rosa.

Ci sono problematiche che si allargano anche a livello strutturale, come l'eterna polemica sulle tende nelle aule. Alcune sono rotte e in alcune classi non ci sono nemmeno, il ché non agevola la visione della lavagna elettronica, strumento imprescindibile per chiunque voglia svolgere o seguire una lezione senza perdere decimi di vista.

Passiamo adesso alle opinioni di alcuni docenti, i quali noi studenti crediamo essere i nostri peggiori nemici, ma che in realtà sono più vicini a noi di quanto pensiamo. I disagi maggiori nascono a livello organizzativo, con un inizio dell'attività confusionario, ed una gestione non consona di alcune situazioni. Troppe novità ed una scarsa, se non assente, capacità di gestione di queste, complicano ulteriormente il periodo di ripresa già di per sé colmo di insidie.

Si spera in un cambio del sistema, perché la direzione intrapresa è completamente opposta al benessere di tutti all'interno della scuola. Avere visioni differenti è normale, ma sulla base di queste bisognerebbe trovare un compromesso, a favore della collettività rispettando l'unicità delle singole persone.

Dalle interviste è emersa anche una non curanza da parte del personale scolastico, definito poco disponibile, talvolta maleducato e responsabile di dare informazioni lusinghiere pur di chiudere in fretta questioni. Ciò è argomento di studenti e studentesse, profondamente insoddisfatti del trattamento a loro riservato da parte di alcune figure istituzionali della scuola.

La scuola dei sogni è impossibile da realizzare, la perfezione non è un obiettivo raggiungibile, ma deve essere un punto di riferimento per tutti coloro che operano all'interno di questa istituzione, noi ragazzi e ragazze in primis.

Questo articolo non ha il fine di accusare né condannare nessuno, il tutto è frutto di opinioni raccolte in più di 30 giorni di interviste e domande, semplicemente rielaborate e presentate in una forma unitaria. La finalità e la speranza è quella di creare riflessioni.

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