C’era una volta
una casa
non fatta di quattro pareti
non fatta di un tetto.
Era fatta di persone
degli umani che più adoravo.
Era fatta di risate
che risuonavano in tutti i mondi e gli universi
e di perenni sorrisi.
Chiunque avrebbe potuto sentire
e chiunque avrebbe potuto assaporare
l’amore
la passione
la costante beatitudine.
Avrei fatto qualunque cosa
per un attimo di tempo in più nella mia casa.
Avrei venduto la mia anima all’entità più potente
Avrei sopportato le più profonde torture per perpetuità.
Avrei parlato soltanto in un tono amabile e soave con i miei più abominevoli nemici.
C’era una volta
una casa
fatta di pareti concrete
ed un tetto spoglio.
Straripava di persone
di umani che si pativano a vicenda
incastrati nelle loro bolle incantate.
Chiunque avrebbe potuto sentire
e chiunque avrebbe potuto assaporare
la repressa agonia
i tormenti nei cuori di ognuno
la costante tensione.
In molti si chiesero:
Cosa era successo alla casa senza mura e senza tetto?
La melodia delle risate era veramente scomparsa?
O si era disciolta nell’aria?
O magari faceva ormai parte dell’anima di ogni singolo essere umano sotto quel tetto?
C’era una volta
un tempo in cui avevo desiderato con ogni millimetro del mio corpo
ritornare in quella casa
per ascoltare il canto dell’amore
per assaporare la dolcezza e il calore.
Eppure
non mi considero nient’altro se non che propizio
poiché quanto sono fortunato
ad avere qualcosa che rende dire addio così arduo.
-A.
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