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(COM)PIACERE: riflessione sulla condizione della mente umana

Michela Peluso

Il piacere e il compiacimento sono due concetti che permeano la nostra esistenza, influenzando le nostre scelte, le nostre relazioni e, in ultima analisi, la nostra felicità. Questi due stati d’animo sono spesso interconnessi, ma possono anche divergere in modi significativi. Mentre il piacere è un’esperienza immediata e sensoriale, il compiacimento è legato a una soddisfazione più profonda e duratura. Tuttavia, in un mondo sempre più dominato da standard sociali e culturali, l’uomo si trova spesso condizionato nella sua ricerca di piacere e compiacimento, perdendo di vista ciò che realmente conta per il suo benessere. 

 

Il piacere è un’esperienza universale. Può manifestarsi in molte forme: dalla gioia di un buon pasto alla soddisfazione di un obiettivo raggiunto. È un’emozione che coinvolge i sensi e il corpo, ed è spesso associata a momenti di intensa felicità. Tuttavia, il piacere è anche fugace. Quello che oggi ci provoca gioia potrebbe non avere lo stesso effetto domani. Questa transitorietà può portare a una continua ricerca di nuove fonti di piacere, creando un ciclo di desiderio e insoddisfazione. 

In questo contesto, gli standard sociali giocano un ruolo cruciale.  

La società moderna ci propone modelli di comportamento e di consumo che spesso distorcono la nostra percezione del piacere. Ad esempio, la pubblicità ci presenta un ideale di felicità legato a beni materiali, esperienze esclusive o stili di vita invidiabili. Questo può indurci a credere che il nostro valore e la nostra felicità siano misurati attraverso il possesso di determinati oggetti o l’adesione a specifici stili di vita, portandoci a una ricerca incessante di piacere superficiale. 

 

Il compiacimento, d’altra parte, è un concetto più complesso e profondo. Esso implica una forma di soddisfazione che va oltre il piacere immediato, è spesso legato a esperienze significative, relazioni autentiche e un senso di realizzazione personale. È il risultato di un processo di riflessione e di crescita interiore, che richiede tempo e impegno. 

Tuttavia, anche in questo caso, gli standard sociali possono influenzare la nostra percezione del compiacimento. 

In un’epoca in cui il successo è spesso misurato in termini di status sociale, carriera e riconoscimenti esterni, è facile perdere di vista ciò che veramente ci rende felici. Ci si può sentire costretti a conformarsi a modelli di vita che non rispecchiano le proprie aspirazioni personali, generando frustrazione e insoddisfazione, e chissà quante volte ci sarà capitato, a modificare completamente la nostra persona per rispecchiare standard che potrebbero essere irraggiungibili. Questo fenomeno è amplificato dai social media, dove le vite degli altri vengono idealizzate e messe in mostra, alimentando un senso di inadeguatezza e competizione. 

Il compiacimento dell’uomo è un sentimento complesso, che riflette la nostra incessante ricerca di approvazione e riconoscimento. Spesso, ci lasciamo trasportare dalla gratificazione immediata, dimenticando che il vero valore risiede nella crescita interiore e nella autenticità. In un mondo che celebra l’apparenza, è fondamentale riscoprire la bellezza della modestia e dell’umiltà. Solo così possiamo trovare una soddisfazione duratura, che non dipende dagli sguardi altrui, ma dalla nostra capacità di essere in pace con noi stessi.  

 

La pressione sociale e culturale può avere effetti devastanti sulla nostra capacità di sperimentare il piacere e il compiacimento. Gli standard imposti dalla società possono creare un divario tra ciò che desideriamo veramente e ciò che ci viene detto di desiderare.

Questa dissonanza può portare a una serie di problemi psicologici, tra cui ansia, depressione e bassa autostima. 

Inoltre, la ricerca di approvazione esterna può distoglierci dall’autenticità delle nostre esperienze. Quando ci preoccupiamo più di come gli altri ci percepiscono piuttosto che di ciò che ci rende veramente felici, rischiamo di vivere una vita che non ci appartiene, questo può alimentare la “fear of missing out” (FOMO), facendo sentire le persone isolate e non all’altezza degli standard irraggiungibili. La vera felicità, invece, si trova nell’accettazione di sé e nella capacità di perseguire ciò che è significativo per noi, al di là delle aspettative altrui. 

 

Concludo l’articolo in bellezza dicendo che il piacere e il compiacimento sono esperienze fondamentali per il benessere umano, ma sono profondamente influenzati dagli standard sociali. Per vivere una vita autentica e soddisfacente, è essenziale riconoscere queste influenze e lavorare per liberarsi da esse. Dobbiamo imparare a definire il nostro concetto di felicità, basandoci su ciò che ci rende veramente felici e soddisfatti, piuttosto che su ciò che la società ci impone. Solo così potremo sperimentare. 


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