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DIARIO DEI VIVENTI

Amani Nasreddin

E all’improvviso, 

la mia anima era ritornata nella sua dimora. 

Le mie mani 

che fino ad allora parevano essere parte di qualcuno o qualcos’altro

divennero di nuovo le mie.

I miei pensieri e le mie opinioni non erano nient’altro 

che il frutto della vasta mente che mi era stata concessa. 


Avrei potuto spiegare le ali della mia immaginazione

e sorvolare le vaste terre di questo mondo. 

Avrei potuto correre e correre

fino all’infinito 

sulle acque e in tutti gli universi.


Avrei potuto allungare le braccia giusto un poco,

e sfiorare la stella più distante. 

Avrei potuto tuffarmi da uno scoglio

e raggiungere le profondità più intime dei mari.


Avrei letto i romanzi e le poesie 

e avrei potuto affermare con la più assoluta certezza

che la mia vita era tale e quale a quella dei loro personaggi.


Avrei potuto inondare i miei polmoni dell’aria che mi circondava

respirarla e assaporarla

e chiamarla il malinconico sapore della vita. 


Oh, che sensazione meravigliosa, 

essere una persona umana che abita il pianeta Terra! 


E il mio desiderio piu’ intimo è quello di vivere per perpetuità,

come fanno gli dei, 

e avere per un tempo infinitamente lungo l’onore di esplorare ogni singolo angolo del mondo. 


Tuttavia, 

se non un dio, 

allora non desidero nient’altro che essere un fiore, 

poiché tutto ciò di cui ho bisogno veramente è di essere selvaggia e maestosa e intrisa dal sole.  


Perché ognuno di noi ha due vite

e la seconda comincia soltanto quando ci accorgiamo di averne una sola. 

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