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IL DIALETTO MENEGHINO

Sofia Bartolini

In queste ultime vacanze ho passato alcuni giorni in Veneto. Mi ha fatto uno strano effetto sentire i giovani, e non solo le persone più anziane, parlare nel loro dialetto, poiché a Milano ormai sentiamo parlare in dialetto solo i nostri nonni (e a volte nemmeno). Tale perdita del suo utilizzo potrebbe essere dovuta alla grande globalizzazione e al fenomeno immigratorio che ha subito Milano nel corso dei decenni, i quali hanno scaturito la necessità di utilizzare una lingua conosciuta da tutti (o perlomeno dalla maggior parte), cioè l’italiano. Purtroppo neanche io lo conosco, o meglio ne conosco solo poche espressioni, però posso raccontarvi come si è formato nel corsi dei secoli e da quali altre lingue è stato influenzato. Il lessico del dialetto milanese si basa principalmente sul latino volgare che veniva parlato dai Galli che abitavano l’Italia del Nord, per poi subire una vera e propria latinizzazione. A seguito di questo fenomeno scomparvero quasi tutti i vocaboli celtici, anche se rimasero i fonemi “ö" e "ü", e si può affermare che il celtico abbia formato il substrato del dialetto milanese. Dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente si arricchì di vocaboli derivanti dal gotico e dal longobardo.

Inoltre si possono notare numerose somiglianze tra il dialetto milanese e la lingua francese, ciò è a causa di un’evoluzione comune dei due idiomi nel Medioevo, che ha portato all’acquisizione di francesismi da parte del milanese. La sua grafia però venne normalizzata solo nel XVII secolo, grazie alla creazione della maschera teatrale di Meneghino, e con essa iniziò lo sviluppo della letteratura milanese, che continuò per tutto il XVIII secolo. Carlo Porta fu uno dei più grandi esponenti di essa all’inizio del XIX secolo, oltre ad essere stato uno dei più grandi poeti italiani, e dopo l’unità d’Italia (1861) iniziò una lenta perdita dell’utilizzo della lingua.

Nel XX secolo il dialetto milanese subì un processo di italianizzazione, che portò a modificare molti suoi termini, che diventarono appunto più simili all’italiano, fino a che nei primi anni del 2000 l’UNESCO lo censì come lingua in pericolo d’estinzione. E’ sicuramente un peccato che si stia perdendo, soprattutto quando nel resto della nazione le altre regioni continuano a tenere in vita i propri dialetti. Leggendo questo articolo potete apprendere come il dialetto milanese, come tutti i dialetti italiani, racconti la storia della nostra città, e di conseguenza ci faccia conoscere le nostre origini. Spero inoltre che questo testo vi invogli a farvi insegnare dai vostri parenti più anziani, se ne avete l’occasione, delle parole nel loro dialetto, milanese o non, per evitarne l’estinzione e poter contribuire alla loro conoscenza.

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