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Il Senso di un anno passato

Davide Morelli

Quando ci si trova di fronte a qualcosa che si è già fatto si tende, nella maggior dei casi (togliendo da questa analisi gli arroganti) a minimizzare: “è passato tutto così veloce”, “ e un altro anno è passato eppure non ho fatto niente”. Tutti noi abbiamo detto almeno una volta una frase del genere, eppure penso che dovremmo essere un po’ meno severi con noi stessi e renderci conto che non serve cambiare il mondo, o almeno non c’è bisogno di farlo tutti gli anni. Dovremmo guardare un po’ più spesso quel che davvero abbiamo concluso, quel che (pur nel piccolo) qualcosa ha cambiato. Un anno è passato, un anno di verifiche, di lavoro incessante, di litigate, di riappacificazioni, di gentilezze (augurando a tutti di averne fatte), di stupidaggini, di insulti e complimenti, di freddo e caldo. È bello se la si pensa in questo modo, rivedere tutto da una prospettiva più semplicistica, più bambinesca, fatta di sorrisi e tristezza, perché alla fine è bello anche ricordare entrambi, per dare completezza, diciamo così. 

A proposito di questo e con la stessa filosofia, è più o meno un anno che tengo un diarietto comprensivo degli avvenimenti principali della mia semplice vita e consiglio a tutti di procurarsene uno, giusto per il gusto di rileggerlo e sorridere di nuovo a tutto quel che si ha vissuto, provato, sentito, sentendosi alla fine un po’ più liberi dalle ansie, dalla pressione di essere qualcosa, qualcuno. 

L’altro giorno, il mio compleanno, ho ripensato all’anno scorso e mi son detto: “ca*, siamo ancora al punto di partenza”. Così ho condiviso il mio pensiero con un amico e lui, con banalità, mi ha guardato e ha detto: “Non è vero”. Mi ha elencato così giusto due cose che avevo fatto, che avevamo fatto, perciò no, non ho cambiato il mondo, ma non è stato proprio un anno buttato via.

Finisce così questo mio piccolo ragionamento, un po’ scomposto, un po’ confuso ed espresso con la capacità lessicale di qualcuno che si è appena svegliato, ma non è questo l’importante. 

Dai, alla fine anche quest’anno non è andato tutto male, non è andato tutto bene, va bene così. Questo è il sunto, alla fine sono felice.

Ringrazio infine i pochi che hanno letto i miei articoli, sperando siano piaciuti o che almeno siano risultati interessanti (sicuramente meglio scritti di questo). Ci vediamo (fermo restando che c’è una lunga e pericolosa estate di mezzo) l’anno prossimo.

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