Ci troviamo a Salem, nel Massachusetts, verso la fine del 1600; 200 persone, per lo più donne, vengono accusate di stregoneria per il loro comportamento che infastidisce i membri delle loro comunità, le quali sono molto unite e religiose. Ma come ha inizio tutto? Due ragazzine, Betty Parris e Abigail Williams cominciano a manifestare dei comportamenti strani: convulsioni, urla, attacchi incontrollabili. Quando nessun medico riesce a trovare una causa a questo atteggiamento, si comincia a pensare che le ragazze fossero state possedute da spiriti o fossero vittime di stregoneria. La religione puritana, molto presente a Salem, credeva fermamente nell’esistenza di forze oscure e ciò favorisce la diffusione di accuse di stregoneria tra il resto della popolazione. Chiunque fosse sospettato di praticare stregoneria, quindi, veniva accusato; in primis, quelle accusate erano donne appartenenti ai ceti più bassi, spesso emarginate o poco integrate nella comunità. Una di queste fu Tituba, una schiava di origine africana, che fu accusata di essere la causa della malattia delle due ragazze. Inizialmente, Tituba confessò, forse per salvarsi, e le sue parole contribuirono a scatenare un vortice di accuse.
E’ bene ricordare che il tribunale di Salem non si basava su prove razionali o scientifiche, ma su confessioni estorte, visioni e sogni. Le accuse di stregoneria venivano sostenute da testimonianze spesso vaghe e contraddittorie; le uniche “prove” erano segni e “cicatrici del diavolo” sul corpo delle donne accusate. Pian piano, le accuse si diffusero anche agli uomini e, in un anno, più di 200 persone furono accusate di stregoneria, 19 furono impiccate e 20 morirono in carcere. Nel 1693, le autorità di Salem iniziarono a rendersi conto dell'assurdità di tutto ciò. Le prove inaffidabili, le testimonianze confuse e le crescenti critiche pubbliche portarono alla fine dei processi. Il governatore della colonia, William Phips, annullò tutte le condanne, e nel 1702 il processo fu dichiarato nullo. Tuttavia, le ferite lasciate da quei mesi di paura e violenza rimasero profonde nella comunità. Molti dei protagonisti di questi eventi si pentirono pubblicamente. Samuel Sewall, uno dei giudici, si scusò pubblicamente per il suo ruolo nel processo. Questo episodio servì da monito per le generazioni future sul pericolo dell'isteria di massa, della superstizione e dell'abuso del potere legale. Il processo di Salem rappresenta una delle più gravi ingiustizie legali della storia americana, ma è anche una lezione importante sul pericolo dell'intolleranza, della paura e della mancanza di pensiero critico. Ci ricorda che in tempi di crisi, le società possono facilmente cadere nella tentazione di colpevolizzare i più vulnerabili, e che un sistema legale equo deve essere basato su prove concrete e sul rispetto dei diritti umani. Anche oggi, a distanza di secoli, il processo alle streghe di Salem rimane un monito potente: non dobbiamo mai dimenticare quanto sia fragile la giustizia quando è governata dall'ignoranza e dal panico collettivo.
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