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MONOLOGO DI UN CORPO

Martina Brancaccio

Diresti mai a tua madre che le rughe sul suo volto la sfigurano?

Diresti mai a tuo padre che i suoi capelli grigi lo imbruttiscono?

Diresti mai a tuo fratello che i segni dell’adolescenza sulle gote lo impoveriscono?

Diresti forse mai a tuo nonno che le sue gambe,che portano i segni del tempo, non sembrano che vecchi ramoscelli ormai secchi?

Diresti mai ad un amico che il suono della sua voce ti inorridisce?

Diresti mai ad un maestro che non ti importa nulla dei suoi insegnamenti?

E diresti forse mai al tuo fido consigliere che le sue parole non contano che poco più di niente?

Io non sono tua madre, tuo padre, un fratello, un nonno, un amico, un maestro o un consigliere.

Sono tutto questo. 

Io ti ho messo al mondo come fa una madre, ti proteggo come fa un padre, ti sto sempre accanto nel bene e nel male come un fratello, ti nutro come fa un nonno, ti ascolto come un buon amico, correggo i tuoi errori come un maestro e guido i tuoi passi come fa un fidato consigliere.

Tutto ciò che chiedo in cambio è un po’ d’amore. Una carezza, una parola gentile.

Amami e ti proteggerò sempre.

Amami e ti starò sempre accanto.

Amami e ti sfamerò ogni giorno.

Amami e soddisferò ogni tuo bisogno.

Amami e ti correggerò quando sbagli.

Amami e ti terrò lontano dal male di questo mondo.

Amami, perché se lo farai sarai felice.


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