Quel giorno, mentre durante l’intervallo passeggiavo tra i corridoi della scuola, qualcuno mi ha fermato per suggerirmi di fare un’intervista a Dena, per promuovere la sua immagine di cantautore emergente in funzione della pubblicazione del suo primo singolo su tutte le piattaforme. Non mi sono certo tirata indietro: mi piace lavorare per Il Crepuscolo e favorire tutte le nuove iniziative che possono stimolare gli studenti a seguirci e ad aprire la loro mente! Non conoscevo Francesco De Nardi, figuriamoci Dena! E subito dopo aver detto di “sì”, ho iniziato a interrogarmi sul genere di musica che producesse. Non so esattamente perché… forse solo perché siamo bombardati da trap con testi fin troppo sfacciati e fuori dalle righe e, per un attimo, ho avuto paura delle parole della canzone. Magari era troppo “rivoluzionaria” o con termini da censurare, perché il giornalino scolastico non può supportare certi contesti… Insomma, un po’ di preoccupazione è emersa. Così, mentre formulavo delle domande per l’intervista (disponibile sul profilo Instagram de Il Crepuscolo: @il_crepuscolo_tenca), l’ho contattato per chiedergli il testo della canzone. Lui, spontaneo come pochi, mi ha inviato non solo il testo, ma direttamente la canzone (benché fosse ancora inedita) in modo che la potessi ascoltare e… SURPRISE! Già dalle prime note, il suono del basso associato alla batteria spaccava e non solo per il ritmo, ma anche perché non mi sarei mai aspettata qualcosa del genere… E poi arriva il testo: ho immediatamente pensato ad un amore e che fosse dedicato ad una ragazza, ma poi… versi come “luce delle mie orecchie” mi hanno letteralmente dirottato su una passione ancora più forte: quella per la musica! Dena cattura questa essenza nell’inedito Musa, un brano che parla di una relazione intensa e quasi mistica con la musica stessa, trasformandola in una figura viva e reale. La musica, nel testo, non è solo suono, ma diventa una musa vivente, una ballerina vestita di rosso – colore emblema di passione e amore – che accende chi la ascolta. Ma la musa è anche irrequieta, sfuggente, a tratti imperfetta (“sei spesso brilla”), ma al contempo irresistibile. La passione che Dena prova per la sua arte è viscerale, quasi fisica (“quando ti sento il mio cuore va a fuoco”).
Fresca, leggera, ritmata, molto orecchiabile con un ritornello che ti entra in testa, la canzone mi ha subito convinta e mi sono detta: "Però… hai capito Dena? Esce dal coro! Audace e coraggioso di questi tempi… Bravo!". Stilare una lista di domande per conoscerlo meglio è stato ancora più semplice, ma, a quel punto, il mio obiettivo principale si stava spostando: volevo diffondere quel tipo di canzone. Volevo che venisse rivalutato un genere diverso da quello a cui siamo abituati ad ascoltare… Durante l’intervista sono affiorati molti aspetti di Francesco, ma la costante era la sua febbre per la musica che trapelava dagli occhi che si illuminavano mentre ne parlava. La musica, come ci insegna Musa, è parte di noi, un linguaggio che risveglia l’anima e accende i sensi. Una vera e propria amica (“noi due ci conosciamo amica”). Essa è una forma d’espressione come un’esperienza che tocca profondamente il cuore di chi la ascolta, andando oltre confini culturali e personali. Dena, con la sua musica, invita a comunicare le proprie emozioni, a non temere di esprimere ciò che ci fa sentire vivi. È un atto liberatorio, quasi una sfida a dare voce alla propria passione. E, diciamolo, a chi non piace la musica? Certo, si può discutere sul genere, ma quale arte più della musica crea maggior connessione tra le persone? Forse non a tutti piacerà, ma solo il fatto che Dena ha avuto il coraggio di esporsi così merita un plauso. E, senza dubbio, ha conquistato il mio. Concludendo, invito tutti a dare un’opportunità a Musa ascoltandola!
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