Non pensiamo mai a quanto il Natale nella storia, almeno in quella europea, abbia cambiato il corso dei conflitti in modo più o meno significativo.
Uno degli esempi più famosi di tutti è quello della “Tregua natalizia”, un cessate il fuoco sul fronte occidentale della prima guerra mondiale cominciato durante la notte del 24 dicembre 1914 e terminato la notte successiva il 25.
Sono molte le cause che hanno portato a questa breve ondata di pacifismo. Tra le principali vi è il fatto che era stato promesso alle truppe di entrambi i lati che la “Grande guerra” sarebbe terminata entro Natale, cosa che non si avverò. Le azioni dei soldati semplici furono lasciate correre siccome, in caso fosse stata soppressa questa tregua dagli ufficiali e dai generali, si sarebbe andato incontro ad un ammutinamento assicurato. In una guerra di logoramento come la Prima guerra mondiale, nessuno dei contendenti poteva permetterselo.
Tuttavia non mancarono coloro che se ne approfittarono: i canadesi lanciarono nelle trincee dei tedeschi delle granate camuffate come lattine di zuppa.
Nonostante alcuni nefasti avvenimenti, però, per quasi tutta la lunghezza del fronte, che si dilungava dalle spiagge del Belgio alle alture svizzere, entrambi i belligeranti deposero le armi e uscirono dalle proprie posizioni trincerate per festeggiare insieme a coloro che tecnicamente erano loro nemici. Si dice che alcuni iniziarono addirittura a giocare a palla insieme, oltre all’aver fatto diventare brevemente la terra di nessuno un mercato di merci vietate perché nemiche e dunque sotto embargo.
Durante la sera di natale del 1914, però, realizzarono che purtroppo i rispettivi stati erano di fatto ancora in guerra e che quindi presto il massacro sarebbe ricominciato. Gli attacchi ripresero esattamente la mattina dopo con un bombardamento di artiglieria anglo-francese alle linee tedesche con le quali nemmeno un giorno prima scherzavano e raccontavano storie.
Questo avvenimento mostra come in uno dei casi più famosi di influenza natalizia in guerra abbia portato ad un momento di empatia tra soldati, sottolineando anche che una tregua del genere non fu più rimessa in atto fino alla fine del conflitto.
Ci sono però anche delle ragioni per cui questa moratoria fu possibile solo sul fronte occidentale e non negli altri 2 come nel fronte sud o in quello orientale:
Fronte alpino (sud): La rivalità tra l’Italia e l’impero Austro Ungarico, visto dal popolo della nostra penisola come oppressore e ostacolo per l’unificazione, era così aspra che nessuna delle 2 fazioni volle attuare una scena di convivialità tra popoli talmente diversi tra loro (i quali si erano uniti solo per l’utilità della Germania, che era un alleato comune).
Fronte slavo (est): Il diverso ramo religioso è uno dei 2 fattori dell’impossibilità di questo breve armistizio, essendo che nella branca ortodossa il Natale si festeggia il 7 gennaio. Lo sfasamento dei giorni festivi rese entrambi i giorni speciali solo ai combattenti di un lato alla volta.
L’altra ragione anche qui fu un senso di rivalità sempre crescente a causa degli attacchi con gas chimici che i tedeschi utilizzavano frequentemente. Ora ogni uso di gas velenoso o comunque con effetti fortemente detrimentali alla salute umana, sono banditi dalle regole belliche sancite dalla convenzione di Ginevra.
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