Crisi Criminale
- Francesco De Amici
- 11 feb
- Tempo di lettura: 2 min
Si sente spesso sentire che Milano sta diventando sempre più pericolosa, tanto da starsi trasformando da una delle più anelate città italiane a un posto invivibile. Onestamente non sono d’accordo con queste affermazioni: stiamo veramente dicendo che il crimine di Milano è fuori controllo? secondo me no. C’è da vedere le zone affette di più, in quanto sono o quelle con più densità di popolazione o aree notoriamente malfamate, e, facendolo, si nota subito l’incidenza dell’immigrazione nelle seconde delle aree elencate e il picco di crimine nelle zone affollate, soprattutto nelle sere, durante le uscite tra giovani. Con ciò non sto dicendo affatto che il problema sono i migranti bensì la mancanza di integrazione delle generazioni giovani unito alla moda delle “baby gang” e del fenomeno di nascita milanese dei “maranza”, particolarmente magnetico per coloro con un senso di risentimento verso la società o il paese unito ad una pigrizia generale mirata all’uso della violenza per raggiungere i propri obiettivi, finanziari o meno. Il fatto che sempre più adolescenti e giovani, e dunque tra le età di 12 e 27 anni circa, aderiscano a gruppi del genere fa impallidire perché dimostra la sciatteria di una società che non valuta né le sicurezza dei propri connazionali né ciò che i giovani, coloro che prima o poi riceveranno le redini del paese, fanno o a cosa sono esposti. A causa di questa mancanza di attenzione, sotto forma di controlli, polizia per le strade ecc… coloro che già fanno parte di gruppi criminali o che commettono atti illegali, vedendo con quanta facilità è possibile sfuggire alle forze dell’ordine, non sono coercizzati allo smettere, come dovrebbe essere in una società funzionante. Di fronte agli avvenimenti che piagano la nostra città dovremmo essere uniti eppure si chiudono entrambi gli occhi per salvaguardare la propria persona perché questi criminali, che arrivano ai 20 anni talvolta con accuse o condanne non solo di furto ma anche di omicidio, spesso portano con se armi come coltelli, tirapugni, fondi rotti di bottiglie e altri al fine di spaventare la vittima se non addirittura di usarli contro di essa solo per rubare qualche soldo. Nonostante queste mie opinioni, come ho già accennato, vi sono soluzioni come, per esempio, mobilitare sezioni attualmente non sfruttate o in addestramento delle colonne di fanteria leggera e/o motorizzata e metterla in punti strategici per il crimine milanese e italiano dove la polizia non ha i mezzi per agire con efficacia a causa dei propri numeri scarseggianti. Si è già notata l’efficacia di queste misure nel quartiere ebraico di Lorenteggio, dove vi è una forte presenza militare per alcuni isolati il che li rende alcuni tra i posti più sicuri della metropoli lombarda. Sì, questo provvedimento potrebbe essere paragonato ad uno stato d’assedio ma, per definizione, uno stato e soprattutto una repubblica sono di tutti e, perciò, se qualcuno non è disposto a lasciare che le libertà siano sfruttate da tutti, cercando di accaparrarsi la libertà di fare quel che vuole, quando vuole, ai danni dello sfortunato di turno, si denota il bisogno di far sì che l’ordine venga ristabilito anche al costo di un temporaneo intervento di altri enti statali non di polizia.
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