MIGRANTI>GIUDICI
- Federico Caminiti
- 11 feb
- Tempo di lettura: 2 min
Più di un anno di balle, insulti ai giudici e persino minacce di morte: ecco come si è svolta la dialettica politica sulla questione del ddl Albania, ovvero, quello che prevede che i migranti provenienti da Paesi considerati sicuri debbano essere trattenuti nei centri italiani in Albania. Tuttavia, l’arte della propaganda si è spostata da frasi come: “priorità non farli arrivare da noi” a “Per colpa di alcuni giudici comunisti che non applicano le leggi, il Paese insicuro ormai è l'Italia.”. Insomma, i veri nemici del Governo Meloni non sembrano più esseri gli stranieri, ma una strana categoria di esseri umani differente dalla nostra (per citare il Padre ispiratore Destra italiana contemporanea, Berlusconi): i giudici e i pm comunisti; insomma, le solite toghe rosse. Secondo la narrazione di questo Governo e del defunto Silvio, ma anche di un potenziale nuovo membro di Fratelli d'Italia chiamato Elon Musk, esisterebbe una sorta di lobby eversiva di giudici che governa il Paese senza essere eletta: una loggia che minaccia di fare cadere i governi. Peccato che l’unico Governo caduto a causa (o grazie a seconda dei punti di vista) dei magistrati è stato il Governo Craxi, socialista. La più grande battaglia di Silvio Berlusconi fu proprio la campagna per la separazione delle carriere fra pm e giudici. Peraltro, i magistrati che passano da pm a giudice o viceversa sono una percentuale trascurabile. Ecco da dove proviene veramente la guerra alla magistratura: Berlusconi, che oggi si chiama "ddl Nordio" e separare le carriere fra pm e giudici senza la possibilità di cambiare. Magistratura Democratica ha ribadito il rischio che si corre con il ddl Nordio: meno indipendenza dell'organo giudiziario. Il clima politico creatosi è di fortissima divisione e gli schieramenti appaiono chiari: il blocco di sinistra difende la Magistratura e il blocco di destra, come già detto, la attacca con gravi provocazioni.
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