L’Europa è prossima alle elezioni per stabilire quali eurodeputati potranno sedere al Parlamento Europeo e di conseguenza quale orientamento politico si deciderà di seguire. I vari gruppi politici eletti dalle singole nazioni avranno successivamente l’onere di eleggere il Presidente del Parlamento ed il Presidente della Commissione Europea.
Un voto importante e da non sottovalutare, poiché traccerà il destino e le sorti del nostro continente per i prossimi 5 anni. Da esso dipenderanno, infatti, le decisioni che influenzeranno la vita di ciascun cittadino europeo, andando a toccare la sicurezza, le politiche sociali, l’ambiente, le migrazioni, la tutela dei consumatori e l’economia.
Una notevole affluenza a queste elezioni (che avverranno ad inizio giugno), manderebbero inoltre un forte segnale democratico, in netto contrasto con la tendenza a tratti autoritaria dei governi europei degli ultimi anni. Le questioni in ballo in materia di politica estera saranno cruciali: conflitto tra Russia ed Ucraina ed Israelo-palestinese su tutti.
L’Europa ha sin da subito preso forti posizioni in favore di determinate fazioni durante lo svolgimento degli eventi bellici, nonostante formalmente sarebbe dovuta essere garante della pace internazionale.
Attualmente la Presidente della Commissione Europea è Ursula Von Der Leyen, facente parte del Partito Popolare Europeo. Von Der Leyen si è trovata a dover affrontare nel corso del suo mandato problematiche di alto livello, come la pandemia e relativa crisi emergenziale, stagnazione economica, crisi energetica e guerre. Non sono stati sicuramente anni facili, ma di certo di lei non ne resterà un segno positivo. Ne è un esempio il suo ultimo discorso a Strasburgo, dove l’aula parlamentare era quasi tutta vuota.
Ma nonostante le difficoltà oggettive affrontate, c’è da domandarsi quali siano state le soluzioni adottate dall’UE nel corso di questi anni, e soprattutto è lecito analizzare se esse siano stati efficaci e rispettose di tutti i diritti e valori dei paesi membri. Una critica costruttiva insomma, anche perché Von Der Leyen si è nuovamente candidata, con l' obiettivo di vedersi confermata.
L’attuale gruppo a comando della Commissione è però molto fragile. Talmente fragile che basta una domanda scomoda posta da un diciassettenne per causare un vacillamento. Questo è quanto successo in occasione dell’ International Journalism Festival, nella città di Perugia, al quale lo scrittore di questo articolo ha partecipato.
Giovedì 18 aprile 2024 è stata scritta una pagina triste per la libertà di pensiero, ed è stato leso il diritto dei giovani di porre domande per avere risposte da chi ci governa. Il programma della giornata prevedeva una conferenza riguardante le elezioni europee nella chiesa di San Francesco al Prato, situata nel capoluogo Umbro. I relatori incaricati di dirigere la “lectio magistralis” furono Fiore Valeria, Greche Elena e Pregliasco Lorenzo. Le prime due piuttosto inserite nella politica Europea, ricoprendo i ruoli di responsabile della comunicazione e social media del parlamento europeo di Roma (Fiore) e vice direttrice della Rappresentanza della Commissione Europea a Roma (Greche).
Il tema discusso riguardava le elezioni europee e l’importanza del proprio voto. Le premesse erano abbastanza buone, nella speranza che la conferenza fosse per quanto possibile apartitica, ossia il più oggettiva possibile senza schierarsi da nessuna sponda. Purtroppo non è stato così, ed in breve tempo si è trasformato in un elogio e glorificazione dell’operato della Commissione in carica, abbandonando ogni parvenza di neutralità ed avvicinandosi pericolosamente alla propaganda.
Fortunatamente non tutte le menti sono pieghevoli e facilmente malleabili. L’argomento sul quale le relatrici hanno fatto molta leva, sono state le politiche sanitarie adottate nel corso dell’emergenza causata dalla Sars Cov2, con il famoso lockdown, campagna vaccinale e ricerca disperata di cure per i malati in terapia intensiva. La tesi proposta era che la gestione dell’emergenza sia stata impeccabile, controllata nel migliore dei modi, tanto che i cittadini europei ne sono usciti estremamente fiduciosi delle istituzioni europee, e riporrebbero in loro piena fiducia in materia di salute. In aggiunta a ciò, è stato argomentato che la Von Der Leyen sia riuscita a risollevare completamente l’Europa da pessime condizioni economiche, migliorando inoltre la sua attività nel sociale e nella lotta alla povertà.
Ma quel ragazzo di 17 anni non era della stessa idea. Al termine della conferenza si aprì spazio per le domande. È utile soffermarsi sulla seconda domanda posta, fatta proprio da quel liceale. L’oggetto del contendere era proprio la salute, considerata una priorità per l'Unione Europea ed una vittoria negli ultimi anni visto l’ineccepibile operato. Il ragazzo sostenne, invece, la teoria che la salute fosse diventata così importante rispetto agli anni scorsi, alla luce però di errori su errori, ed al contrario è palpabile una scarsa fiducia nelle istituzioni, con la speranza di risollevarsi e vedere migliori decisioni sanitarie. Il numero di morti è stato elevato, i danneggiati altrettanti, sia per colpa della malattia che dalle misure conseguenti. Bisogna avere coraggio da vendere per considerarla una vittoria.
La domanda è stata perciò una critica a tutto ciò che è stato fatto dalla Commissione e dal Parlamento Europeo, i quali si sono arrogati il diritto di giocare con la salute delle persone, rovinandole spesso la vita stessa. Ovviamente alla domanda non c’è stata risposta, e le speaker hanno preferito tergiversare e parlare di altro, ignorando completamente la questione posta dal giovane. Perché evitare la domanda? C’è qualcosa da nascondere? Sicuramente sarebbe stato difficile ammettere in pubblica piazza che i protocolli di cura per combattere il Covid siano stati fortemente inefficaci e che i rischi siano stati di gran lunga superiori ai benefici (tesi sostenuta da tutti gli Ordini dei Medici Europei ormai). Sarebbe stato imbarazzante ammettere che molte morti potevano essere evitate se solo si avesse adottato un metodo di cura migliore, invece di seguire ciecamente delle direttive altamente pseudo scientifiche e inadatte alle emergenze cliniche. Nella platea sicuramente qualcuno avrà perso un familiare, un amico, un caro o lui stesso avrà vissuto sofferenze sulla sua pelle, e non si poteva assolutamente rischiare di mettersi in discussione.
Un’ora intera ad osannare la Von Der Leyen ed il suo partito, consapevoli del fatto che la Procura Europea stia indagando la Presidente per illeciti penali sui negoziati per l’acquisto di vaccini Anti Covid, stipulati con l’amministratore delegato della Pfizer. Le accuse riguardano interferenza di funzioni pubbliche, distruzione di prove (SMS), corruzione e conflitto di interessi. Accuse mosse da Belgio, Ungheria e Polonia, che hanno dato inizio al “PrizerGate”. La risposta della Commissione è stata quella di negare agli investigatori l’accesso ai documenti. Crimine che va a toccare la sfera umanitaria e della sanità pubblica, oltre che quella finanziaria ( accordi da 20 miliardi di Euro fra l’Ue e la Pfizer). Trattative molto oscure.
Forse è questo il motivo per il quale non c’è stata risposta?
Un’altra priorità dell’Europa dovrebbe essere il benessere sociale e il promuovere il più possibile il lavoro. Non c’è stato tempo per trattare di questi temi, perché le domande sono state interrotte dopo la diatriba sopracitata. Ma sarebbe interessante aprirli lo stesso, perché bisognerebbe essere consapevoli di come è stata lasciata l’Europa, prima di tracciare una x alle urne. Dal punto di vista economico c’è il rischio di una forte recessione e l’inflazione è salita ad alti livelli, riducendo il potere d’acquisto delle famiglie, con le retribuzioni che sono rimaste fisse e spesso insufficienti per conseguire un’esistenza dignitosa. I dati del “Barometro Europeo sulla povertà e precarietà economica” parlano chiaro: il 48% dei cittadini dell’Unione temono di trovarsi in condizioni di difficoltà economiche nei prossimi mesi, ed il 51% ha dovuto ridurre le sue spese per quanto riguarda la salute, cibo, riscaldamento o trasporti per fronteggiare la crisi. Si parla di un europeo su due. Un genitore su tre, non ha potuto soddisfare alcune richieste essenziali dei suoi figli a causa della sua condizione lavorativa e salariale.
Votare con cognizione di causa, ed informarsi di tutti i danni causati dall’attuale direzione Europea, a partire dal negare una risposta ad uno studente che di lì a poco sarà giuridicamente adatto a votare e se le premesse sono queste, non avrà più speranze nel futuro e nella classe politica.
Comments