Che sublime fiore la donna.
Essa non può essere una mera rosa,
né un tulipano e tantomeno una margherita.
No, la donna è molto più inaudita ed eccezionale.
Se la donna fosse un fiore,
sarebbe la convallaria majalis;
raffinata,
soave,
pregevole.
Ha petali fini,
ricadenti verso il basso profondo.
Come se si inginocchiasse al volere del mondo,
forse in segno di rispetto,
forse in segno di timore.
Forse per tutti e due.
La convallaria majalis impiega due settimane
prima di cominciare a perdere quei suoi petali fini,
strappati via man mano che diventa più matura.
Al punto che del sublime fiore che avevamo in precedenza
rimane solo lo stelo,
spoglio,
senza nulla che lo renda ammirevole.
Oh incantevoli donne!
Alzate i vostri petali!
Non osate mettervi al cospetto delle atroci creature di questo mondo.
Non fatevi sottrarre i vostri ammalianti petali che vi rendono esemplari,
da anime mostruose che non riuscirebbero mai a fiorire come voi.
E se voi,
donne,
siete rimaste solo steli disadorni,
non pensate nemmeno per un istante di smettere di fiorire,
poiché non esiste nulla al mondo più forte di una donna che riesce a ricostruire i propri petali.
Rimanente per l’eternità il bellissimo fiore che siete nate.
Perché siamo noi l’unico fiore che continuerà a prosperare,
anche dopo gli infuocati incendi di questa vita crudele.
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