L'AUTUNNO: LA SUA CONCEZIONE IERI E OGGI
- Sofia Bartolini
- 3 nov 2023
- Tempo di lettura: 2 min
L’autunno, è risaputo, è un periodo di passaggio tra l’allegra e luminosa estate e il cupo e
freddo inverno.
Già per questa ragione non lo consideriamo un tempo molto lieto e se poi aggiungiamo
l’inizio della scuola e tutte le nostre altre attività, ci viene da piangere solo all’idea dell’inizio
di questa stagione.
Ormai è autunno già da un mese e ci siamo già tutti (o quasi) riabituati alla routine, ma
sono certa che in noi vegli ancora una nostalgia della vacanze non indifferente, tanto che
c’è chi sta già facendo il conto alla rovescia per la pausa natalizia.
Ma l’autunno è sempre stata considerata la stagione del lavoro e della ripresa? La risposta
è assolutamente no.
L’autunno è la stagione della decadenza e proprio per questo motivo nelle epoche passate
era la stagione del riposo.
Con la venuta dell’equinozio, infatti, i campi diventavano infertili e gli alberi spogli da foglie
e frutti. Perciò coloro che lavoravano la terra, verso i mesi di settembre e ottobre,
raccoglievano gli ultimi ortaggi e successivamente smettevano di svolgere la loro attività e
si preparavano alla venuta dell’inverno.
Gli antichi avevano vari miti e feste legate all’inizio di questa stagione: i Romani, per
esempio, celebravano con una festa la dea Pomona, divinità dei frutti, per ringraziarla del
raccolto.
Anche i Celti avevano una loro particolare festività all'equinozio d’autunno, cioè la festa di
Mabon. Mabon era il dio della caccia e del raccolto e, durante la sua festa, venivano raccolte
piante secche e castagne, con cui poi si sarebbero decorate le abitazioni.
Quindi, l’autunno che tanto odiamo, per i nostri antenati era un periodo di gratitudine e
riposo: ce lo ricordano anche le note gioiose de l'Autunno di Vivaldi (il quale ha deciso di
rappresentare un’estate tempestosa e inquieta, per mettere in luce anche il suo aspetto
negativo), che ci vogliono far pensare alla vendemmia, alle battute di caccia e alla gioia
del riposo.
Si può dire quindi che col tempo la situazione si sia invertita: da stagione dove si raccoglie
per l’ultima volta ciò che si ha seminato per poi potersi rilassare, al periodo dove si inizia
ad arare il campo e a piantare le prime piante.
Cosa fare quindi per ravvivare questi mesi e non soccombere allo stress e ai troppi impegni?
Un mio consiglio è di iniziare a trovare la gioia nelle piccole cose.
Ovviamente non sarà più possibile avere quelle giornate infinite che ci regalava l’estate,
completamente libere, dove avevamo tutto il tempo a nostra disposizione. Sarà però
possibile provare a ricavare e cercare quel tempo libero e di rompere la routine nella nostra
quotidianità: magari con una semplice passeggiata al parco apprezzando i colori caldi delle
foglie, oppure cucinando qualcosa di diverso (magari dolci con frutta di stagione e spezie,
come la cannella), o al termine della giornata rilassarsi indossando un bel maglione sul
proprio divano, con una bevanda calda e una serie TV.
Ci dobbiamo ricordare che in questo periodo, nonostante il brutto tempo, il freddo e i molti
impegni, si può nascondere del bello, e che come disse Camus “L’autunno è una seconda
primavera, dove ogni foglia è un fiore”.
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