Fin troppo spesso ci capita di restare intrappolati nelle gabbie che la società edifica grazie ai pregiudizi ed alle nostre insicurezze, impedendoci di esprimere pienamente le nostre emozioni e sensazioni. È come se possedessimo un blocco mentale che ci ferma dal manifestare ciò che brucia dentro di noi. La causa principale è il peso degli sguardi giudicati degli altri verso le nostre azioni. La conseguenza inevitabile è la soppressione della nostra personalità, sacrificata per essere accettati dai gruppi ai quali apparteniamo. È da tempo che mi pongo una domanda: chissà quante occasioni sono state perse nella storia dell’uomo recente, per timore di cosa avrebbero pensato gli altri, di fare una brutta figura o essere oggetto di riso. Specialmente le ultime generazioni sono impregnate di ansia sociale, alimentata dai modelli proposti online secondo i quali “se non sei perfetta/o non devi mostrarti”. È nocivo per la nostra autostima tenere nascoste le nostre passioni o pensieri perché non conformi al sentire comune o che potrebbero essere mal visti da chi ci circonda. La filosofia del lasciarsi andare è l’unica in grado di restituire autenticità al nostro essere, perché l’anima ha bisogno di esprimersi senza limitazioni, pena l’infelicità. Può sembrare una conclusione estrema ma è una cruda realtà. Reprimere ciò che siamo o ciò che vogliamo fare non è mai la scelta giusta. La costruzione dell’identità personale è un processo che inizia nella nascita e termina nella vecchiaia, e per essere il più completa possibile è necessario spingere con la sperimentazione, vivere le più disparate esperienze e trovarsi in situazioni anche bizzarre. Lasciarsi andare significa essere aperti a tutte le possibilità, aprire la propria mentalità al mondo ed alle sue opportunità. La vita è troppo breve per provare imbarazzo o vergogna. Buttarsi dove spinge la corrente, creare una tela interminabile di relazioni sociali, avere il coraggio di parlare con chiunque per sapere la loro storia e crescere con loro. Non serve ricorrere ad alcol o droghe per distruggere i freni inibitori, basta avere volontà, una forza che abbiamo tutti e che è indispensabile coltivare. Perché vergognarsi di parlare in pubblico? Perché provare imbarazzo quando ci viene chiesto di ballare in mezzo a tutti? Nessuno è un oratore provetto o un ballerino nato, per tutti c’è stata una prima volta e quelle catene sociali che abbiamo legate alle caviglie ci portano a dire sempre “NO”. È inutile pensare alla probabile brutta impressione che faremo o le risate che susciteremo, perché comunque andrà a finire chi si è lasciato andare sarà un vincitore, un passo avanti a chi preferisce restare nel marasma del conformismo, un tutt’uno con la massa. Una mia cara amica, nonché giovane promessa della danza, mi ha permesso di avere una nuova prospettiva sull’essere umano. Tutti siamo degli artisti e non ce ne rendiamo conto. Mostriamo con tutti i nostri semplici gesti il marchio che la natura ha posto su di noi, eppure lo dimentichiamo. Facciamo arte in tutti i momenti, respirando ad intervalli regolari, camminando passo dopo passo, muovendoci nello spazio e crearne di nuovo. Sono artisti gli atleti, che controllano il proprio corpo e fanno del gesto sportivo un’opera divina ed armoniosa, adattando biomeccanicamente il corpo ad un ritmo ora intenso ora blando a seconda dei momenti. È artista la ballerina che senza parole trasmette dolore e felicità, legando i movimenti tra loro con armonia e leggerezza. Quotidianamente creiamo arte parlando, creando frasi e discorsi, scrivendo, riflettendo. Una produzione artistica infinita e inconsapevole. Perché dunque contenersi? Nella storia chi ha avuto il coraggio di compiere scelte radicali, nel bene e nel male, ha mostrato al mondo la sua presenza, sigillando il proprio nome nella memoria. Fare arte è anche rischiare, osare dove nessun altro lo fa. Se non fosse stato per i dissidenti o per le Resistenze che si sono opposte ai più cruenti regimi, non ci sarebbe libertà. Sono esempi storici di chi nonostante il clima che lo circondasse, è andato dritto per la sua strada, senza vergogna o paura, perché convinto delle sue azioni. Ispirarsi a quei grandi modelli significa prendere la parola quando pensiamo che tutti stiano sbagliando, distruggendo il timore delle etichette che riceveremo. Significa anche ballare se si sente dentro di volerlo fare.
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