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UN'ALTRA GUERRA IN ARRIVO?

Federico Caminiti

Cosa succede in Sud America? Mentre la guerra in Ucraina e il conflitto Israelo-palestinese continuano e si prendono, giustamente, l’attenzione dei media, le altre questioni internazionali passano in secondo piano. Io vi parlerò di una lunga controversia che va avanti dal lontano periodo coloniale (1800) e non è per niente affrontata: la disputa territoriale tra il Venezuela e la Guyana.

La Guyana è uno stato leggermente più piccolo dell’Italia che si trova nella parte settentrionale del Sud America, confina ad Ovest con il Venezuela, a Sud con il Brasile, a Est con il Suriname e a nord si affaccia sull’Oceano Atlantico.

Al centro della disputa c’è una regione della Guyana: l’Esequibo, questa regione di circa 160 mila Km2 (due terzi di tutta la Guyana), è contesa tra la Guyana e il Venezuela, ma formalmente appartiene alla Guyana. Tuttavia, in questi ultimi anni, si è tornato a parlarne in seguito alla scoperta di ricchi giacimenti petroliferi (2015) proprio al largo della costa della Guyana Esequiba da parte dell’azienda statunitense “Exxon Mobil”.

Da quando, in tempi recenti, numerose aziende, tra le quali “Exxon Mobil”, continuano a trovare risorse che favoriscono la crescita del PIL guyanese, il Venezuela è tornato a rivendicare la Guyana Esequiba come aveva fatto in precedenza; lo spiegherò meglio attraverso una cronologia in fondo a questo articolo. 

La Guyana è un paese che continua a crescere ed è al centro di ingenti investimenti; quindi, appare chiaro il motivo che spinge il Presidente venezuelano Nicolas Maduro a rivendicarlo, sebbene siano passati più di 50 anni dall’indipendenza della Guyana.

C'è anche, come in tutti i conflitti, una ragione politica: il bisogno di Maduro di mantenere la sua autorevolezza attraverso atti di estremo nazionalismo. Inoltre, il Presidente vuole opporsi all’imperialismo statunitense, dichiarandosi apertamente antimperialista (anche in vista delle elezioni presidenziali del 2024).

Le accuse di Maduro alla Guyana sono quelle di essere diventata una “colonia” degli Stati Uniti e ritiene violata la sovranità del suo paese, in quanto, il giacimento di petrolio più ricco è sfruttato da un’azienda americana e inoltre, a suo dire, gli Stati Uniti hanno una sorta di controllo sulle scelte della Guyana.

Maduro sembra fare sul serio: il Venezuela è tornato a far parlare di sé in questi giorni in seguito alla clamorosa vittoria del referendum dove veniva chiesto ai cittadini se volessero annettersi la Guyana Esequiba. 

Secondo Enrique Capriles, il più importante oppositore venezuelano di Maduro, questo referendum, oltre a non avere alcun valore giuridico, è molto ambiguo, poiché sembra che i dieci milioni di sì, non siano il numero reale (ricordiamoci che il Venezuela è uno dei paesi più corrotti del Sud America).

Quello che preoccupa è lo spostamento, proprio in questi ultimi giorni di truppe venezuelane lungo il confine con la Guyana Esequiba, fatto mai successo prima d’ora (schieramento confermato anche dall’intelligence brasiliana).

Inoltre, giovedì 7 dicembre, è precipitato un elicottero dell’esercito guyanese proprio sulla regione dell’Esequibo. Non ci sono prove che conducano a un coinvolgimento del Venezuela, ma in tempi come questi, dove un’escalation del conflitto è alle porte, fatti simili sono molto inquietanti.

Nicolas Maduro, oltre al referendum, sta continuando a fare delle provocazioni contro la Guyana: ha aggiunto una stella alla bandiera del Venezuela, per indicare la sovranità sulla provincia dell’Esequibo e ha fatto fare delle nuove cartine del Venezuela con annessa la regione in conflitto. 

Per ora un'invasione resta un'opzione piuttosto remota, tuttavia; visti i conflitti in Ucraina e in Palestina, dove gli Stati Uniti sono coinvolti in modo indiretto e viste le risorse che gli USA stanno “investendo” a difesa dell’Ucraina e d’Israele, sembrerebbe il momento più conveniente per Maduro per attaccare la Guyana Esequiba. Non è un caso che Maduro abbia indetto questo referendum proprio in un periodo storico così travagliato e così instabile: un conflitto in Sud America adesso, passerebbe quasi inosservato...


Cronologia disputa territoriale Venezuela – Guyana:

1811 – Indipendenza del Venezuela dalla Spagna

1814 – l'attuale Guyana era sotto l’autorità britannica

1840 – Un esploratore britannico venne incaricato di disegnare una mappa della Guyana, ma nei confini della Guyana aggiunse un'estensione di circa 80mila km a discapito del Venezuela

1850 – Il governo britannico iniziò a spedire molti coloni inglesi nell’Essequibo (la Guyana è l’unico stato del Sud America ad avere l’inglese come lingua ufficiale.

1887 – Il Venezuela chiede giustizia agli Stati Uniti 

1899 – Un tribunale arbitrario stabilì che il 95% della Guyana Essequiba apparteneva al Regno d’Inghilterra. Il Venezuela, se pur deluso rinuncia all’Essequibo e accetta.

1949 – Viene pubblicato un memorandum di Severo Mallet Prévost, un avvocato che aveva lavorato nel lodo arbitrario del 1899. Il memorandum fu scritto nel 1944 e in buona sostanza, sosteneva che dietro alla decisione finale c’erano “complicati interessi geopolitici”

1962 – Il Venezuela, attraverso questo memorandum dichiarò che l’accordo del 1899 era invalido

1966 – Accordi di Ginevra: per il Venezuela vale un accordo del 1648 che includeva anche l’Essequibo; per la Guyana vige l’accordo del 1899. 

1966 – tre mesi dopo gli accordi di Ginevra la Guyana proclama l’indipendenza

1999/2013 - Governo di Chavez – rinuncia alla regione Essequiba

2015 – Maduro reclamazione della Regione Essequiba

3 Dicembre 2023 – Referendum per annettere l’Essequibo

6 Dicembre – Il Brasile sposta truppe lungo il confine con la Guyana (di certo non un ottimo segnale) 

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