Quest’anno la nostra classe ha approfondito come tema di educazione civica quello delle migrazioni, un argomento estremamente attuale e vicino al nostro paese. Proprio per la rilevanza che esso possiede in Italia, abbiamo deciso di concentrarci prevalentemente sul problema degli sbarchi che avvengono a Lampedusa e in altre zone della Sicilia. Divisi in vari gruppi ci siamo quindi adoperati per approfondire i numerosi aspetti di questo fenomeno cercando informazioni, scrivendo recensioni di opere che trattassero del tema e facendo anche un’intervista.
Alla fine abbiamo unito tutte le nostre ricerche in un dossier, che abbiamo successivamente arricchito con grafici e immagini.
Ora su questo giornalino ne troverete solo degli estratti, che comunque speriamo riescano nel loro intento: quello di sensibilizzare e avvicinare le persone a un tema che può sembrare lontano, in quanto certe tragedie non possono essere viste con gli occhi e vissute in prima persona, ma possono venire comunque interiorizzate e percepite dal nostro cuore.
Il viaggio nel deserto
A causa dell’asprezza dei territori da percorrere a dell’urgenza di fuggire dai propri paesi, i migranti provenienti dall’Africa sub-Sahariana spesso pagano contrabbandieri per essere accompagnati durante l’attraversamento del deserto del Sahara e intraprendendo un pericoloso viaggio verso la Libia e la Tunisia.
Il loro viaggio nel deserto è inteso quindi come una fuga, una fuga disperata dall’inferno delle guerre, povertà, fame, disastri ambientali… Attraverso i deserti, dal Sinai al Sahara, una moltitudine di persone, cerca di giungere in Europa, finendo il più delle volte nelle mani di trafficanti di esseri umani, tribù e milizie jihadiste che agiscono impunemente nei deserti: rapiscono, stuprano e uccidono, spesso in combutta con la polizia locale corrotta.
La detenzione dei migranti costituisce una fonte di reddito certa, infatti si tratta di una vera e propria attività commerciale. Queste persone vengono rapite allo scopo di estorsione. I migranti vengono allora privati della libertà e reclusi in campi, organizzati per concentrarsi in molte centinaia e in condizioni di deprivazione estrema. Per rendere più convincente la richiesta di denaro, l’imputato e i gestori li sottopongono a privazioni di cibo e cure mediche, a ripetute percosse con bastoni, spranghe e cavi, a torture con gomma fusa, scariche elettriche e a deliberata disidratazione.
Le donne, soprattutto quelle che viaggiano sole o senza parenti, rischiano più di ogni altra persona di venire stuprate dai trafficanti e bande criminali. Le donne rapite durante il viaggio che non sono in grado di pagare il riscatto vengono costrette a violenze sessuali, legate e percosse, e in diversi casi vengono provocate loro gravi lesioni (a causa della pregressa infibulazione), in cambio del rilascio o del permesso di proseguire.
Chi tenta la fuga viene raggiunto e fatto fuori. Con una pallottola in testa, o con la gola squarciata. O lasciato morire di fame nel deserto.
I migranti che desiderano raggiungere l’Europa sono maggiormente vittime di tratta, rispetto a quelli che vogliono rimanere nel continente africano, perché si pensa che abbiano più soldi e mezzi finanziari. La destinazione ha infatti un forte impatto sulla quantità di denaro che i migranti hanno con sé dalla partenza.
Spesso decidono di non portare con sé tutto il denaro, ma piuttosto di farselo inviare quando necessario. Secondo molte testimonianze, questa decisione viene presa per evitare di dover consegnare grandi somme di denaro nel caso in cui vengano rapiti o derubati.
Condizioni di viaggio sui barconi
Quando arrivano alle coste della Libia e dell’Egitto i migranti si rivolgono ai trafficanti, ai quali sono obbligati a pagare cifre di denaro superiori ai mille euro per poter ottenere un posto sulle imbarcazioni.
I barconi sono divisi in tre classi, solitamente in base al colore della pelle dei migranti, in quanto i trafficanti libanesi ed egiziani sono rinomati per essere razzisti, e discriminare chi proviene dall’Africa sub sahariana.
Nella zona più vicina ai motori si trova la “terza classe”, dove appunto viaggia chi ha meno soldi o chi ha la pelle più scura. Si ha una spazio strettissimo, chiusi da portelloni per evitare il passaggio a classi più costose.
Visto che in questa zona si trovano i motori, al momento del rimbocco della benzina nei serbatoi, essa potrebbe fuoriuscire e mischiarsi all’acqua entrata nel barcone, e le sue sostanze chimiche potrebbero causare ustioni, anche mortali, ai passeggeri.
La “seconda classe” è più lontana dai motori, ma anche qui si ha uno spazio angusto e mancanza di sufficiente aria.
La “prima classe” è l’unica dove si ha abbastanza aria per compiere il viaggio.
Qui si trova anche lo scafista, che solitamente è qualcuno che non ha avuto abbastanza soldi per pagarsi il viaggio e che quindi offre questo servizio. Ma spesso chi ricopre questo ruolo non è in grado di guidare un’imbarcazione, e questa è stata la causa di numerosi naufragi.
Essendo le imbarcazioni sovraccaricate e perciò molto instabili, numerosi naufragi sono invece stati causati dal semplice spostamento dei migranti su un singolo lato del barcone, che ha causato un cabotaggio.
Durante il viaggio non è raro che dei migranti anneghino o muoiano sul barcone, e i corpi a volte vengono gettati in mare e a volte tenuti sull’imbarcazione, rendendo ancora più dure le condizioni del viaggio, fisicamente e psicologicamente.
Una volta arrivati, gli immigrati clandestini non possono essere espulsi qualora avessero bisogno di soccorso o non si avessero accertamenti sulla loro identità e nazionalità. Mentre questi servizi vengono effettuati alloggiano in degli appositi centri di assistenza.
Se risulteranno profughi, potranno richiedere un permesso di soggiorno della durata di un anno per accedere legalmente al suolo italiano e ai servizi dello stato.
Come vengono accolti i migranti
Quando un immigrato sbarca in Italia, la prima cosa che accade è il controllo sanitario.
In seguito, i migranti vengono trasferiti in centri di accoglienza dove vengono registrati e sottoposti a controlli biometrici.
Successivamente, le autorità italiane valutano la loro richiesta di asilo e decidono se concedere loro lo status di rifugiato o meno.
Per quanto riguarda i diritti degli immigrati irregolari (richiedenti asilo), questi ultimi non hanno diritto alla protezione internazionale e non possono essere considerati rifugiati.
Tuttavia, loro hanno diritto all’accesso ai servizi sanitari di base, all’istruzione e all’assistenza sociale. Questi immigrati sono aiutati da molte persone e non solo dalle autorità. Turisti e lampedusani li aiutano compiendo piccoli gesti come offrire loro vestiti puliti, materassi o semplicemente un piatto di pasta.
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