Pogrom, guerra in Terra Santa, episodi antisemiti, centinaia di migliaia di persone in piazza contro Israele anche in Europa, gogne mediatiche e ignoranza.
Quest’anno la Giornata della Memoria, per usare un eufemismo, sarà particolarmente sofferta.
Parole sulla Shoah, “usate in modo distorto, ribaltate verso Israele e gli ebrei” preoccupano Noemi di Segni, Presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane. Con questa frase, durante una conferenza stampa, Di Segni sottolinea il rischio che queste parole vengano sfruttate da politici e giornalisti per strumentalizzare la Giornata della Memoria o da semplici persone che manifestano per la “libertà del popolo palestinese”. Questo tipo di disinformazione ha come obiettivo quello di influenzare l’opinione pubblica, perciò, leggere e informarsi a fondo, sono gli unici mezzi che ci rimangono per non farci persuadere. La questione israelo-palestinese è molto più complessa di come appare; non dobbiamo prendere posizione e indossare una casacca nera o bianca, ma semplicemente essere attenti osservatori e portare rispetto a tutte le vittime, ebrei o palestinesi che siano.
Successivamente, Di Segni ha comunicato che per questioni di sicurezza quest’anno non si terrà la maratona della Memoria e con un tono quasi ironico chiede come sia possibile che “sono liberi coloro che alzano il braccio per fare il saluto romano” […] “così come lo squadrismo dei centri sociali sono quasi tutelati da una libertà costituzionale”. Facendo, ovviamente riferimento a quanto accaduto di recente ad Acca Larenzia e ad una manifestazione antisemita di alcuni centri sociali a Vicenza. Infine, conclude il discorso, chiedendo a nome di tutta la comunità ebraica, “maggiore impegno e coerenza” affinché fatti del genere non si verifichino più.
Invece, Liliana Segre, in un’intervista condotta dal giornalista Corrado Augias, esprime solidarietà per tutti i bambini della guerra a Gaza, israeliani o palestinesi che siano, che stanno soffrendo. Ma allo stesso tempo invita gli ascoltatori a ricordare, esponendo un pensiero piuttosto pessimista riguardo alla memoria: una volta deceduti tutti i superstiti (lei compresa) tenderemo a dimenticare, com’è successo per il genocidio degli armeni del 1915, caduto nel dimenticatoio forse anche perché meno vicino a noi.
Ritengo che questa Giornata della Memoria sia fondamentale in primis per non dimenticare mai il più atroce genocidio che l’umanità abbia mai visto e in secondo luogo per riflettere su tutto quello che sta succedendo: sugli episodi antisemiti, sull’utilizzo di certe parole, sul manifestare. Infine, se avessi voce in capitolo, inviterei il popolo israeliano a riflettere sul fallimento dell’attuale governo che è stato eletto ben 6 volte. La situazione, al momento, forse è la conseguenza della politica di Netanyahu, che ha da sempre ostacolato la fondazione dello Stato palestinese, favorendo indirettamente e consapevolmente Hamas.
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